lettera ad un cliente 01 “sulla diversità”
Ciao xx.
ti ringrazio del messaggio che mi è arrivato per il tramite di yyy.
Mi era giunta voce che ti eri un po’ risentito di taluni miei commenti generali di carattere estetico e me ne ero dispiaciuto poiché non era proprio mia intenzione urtare la tua sensibilità: con grande serenità ti riconfermo che qualsiasi decisione avresti preso l’avrei valutata appropriata.
Magari non l’avrei condivisa ma l’avrei considerata un punto di vista possibile, alternativo al mio.
E ti ringrazio allora per il tuo pensiero nobile che ricambio con queste due righe di elogio della diversità.
Della diversità come ricchezza.
Della diversità come stimolo.
Della diversità come crescita.
Aspiro al bello perché sono convinto che rappresenti una possibilità di salvezza dell’animo umano. Ma per contemplarlo e comprenderlo a piene mani ho necessariamente il bisogno di conoscere le sue alternative possibili. Le sfaccettature diverse, le discordanti sue interpretazioni. Non esiste un bello unico ma ne esistono tanti quanti sono le persone che popolano il pianeta. Su alcuni “belli” possiamo essere d’accordo in molti, su altri invece non ritrovarci proprio.
Alcuni cercano la serenità di un bello “standard” e codificato, sulla quale si ritrovano comodi con tanti altri.
Altri esplorano bellezze diverse più di nicchia.
Altri ancora ritrovano la bellezza nel gesto di cercarla per tutta la vita, senza trovarla mai, senza volerla trovare mai.
I miei clienti migliori sono stati forse proprio quelli che partivano distanti da me, da canoni di bellezze diverse.
Sono stati quelli che mi hanno affidato la loro casa, il loro ufficio, il loro negozio, il loro problema tecnico con la stessa serenità e fiducia con il quale affiderebbero i loro figli al medico specialista: con l’umiltà di non sapere e di affidarsi.
Persone che mi hanno pagato in primis con la fiducia che mi hanno accordato e con la soddisfazione del risultato, dell’impegno profuso e della disponibilità e generosità professionale che mi hanno riconosciuto.
Credo di aver letto da qualche parte che Frank Gehry abbia scritto: “Non capisco perché le persone chiamino un architetto e poi gli dicano esattamente come deve fare il progetto”.
Siamo diversi io e te. Poi te sei anche interista!
Ma sei una bella persona con dei talenti che ancora non conosci perché ti stai concentrando principalmente su quelli che luccicano di più.
Credo che ci incontreremo ancora io e te, più avanti, e forse faremo ancora delle cose belle.
A presto.
fabrizio